Tra i provvedimenti emanati durante l’emergenza sanitaria Covid-19 rientra il bonus ristrutturazioni, un’ agevolazione fiscale che viene concessa per gli interventi di ristrutturazione edilizia.
Vediamo quali incentivi prevede e come funziona a livello pratico la cessione del credito di ristrutturazione.
Come cedere il credito ristrutturazione
La cessione del credito è un accordo attraverso il quale viene ceduto il diritto di credito di un soggetto a un terzo, che in questo modo può procedere alla riscossione nei confronti del debitore ceduto. I soggetti coinvolti in questo contratto sono 3, ovvero:
- Il cedente, cioè il creditore che cede il proprio diritto
- Il cessionario, quindi il soggetto terzo verso il quale il credito viene trasferito
- Il ceduto, cioè il debitore
Fatta questa premessa, analizziamo nello specifico cos’è il bonus ristrutturazione. Questa agevolazione fiscale prevede una detrazione IRPEF del 50% sulle spese sostenute per i lavori di casa fino ad un massimo di 96.000 euro.
Le spese contemplate dal bonus ristrutturazione riguardano i lavori di ristrutturazione, gli interventi di manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria. Tutte queste opere di ristrutturazione sono indicate nel Dpr 380/2001 all’articolo 3, lettere a, b, c e d e sono promulgabili sia alle parti comuni degli edifici residenziali che alle singole unità abitative, a prescindere dalla categoria catastale a cui appartengono.
Come abbiamo visto, la cessione del credito di imposta prevede l’ottenimento di liquidità attraverso la cessione da parte di un soggetto di un credito vantato nei confronti di un istituto bancario o ad un ente terzo. La possibilità che si presenta con la cessione del credito è quella di cedere i crediti d’imposta riferiti al completamento dei lavori di ristrutturazione e incassare il corrispettivo della cessione del bonus fiscale alle condizioni previste dal contratto con banche e altri enti finanziari.
Il credito di ristrutturazione si può cedere nei casi in cui il contribuente abbia effettuato interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica, recupero o restauro delle facciate degli edifici, installazione di impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica per veicoli elettrici, interventi sostenuti da agevolazioni superbonus al 110% e interventi antisismici.
In questi casi si possono cedere le spese sostenute a partire dal primo luglio 2020 fino al 2022.
A chi cedere il credito di ristrutturazione?
Come abbiamo visto è il contribuente a portare in detrazione parte o tutte le spese relative agli interventi eseguiti presso la propria abitazione. La detrazione sarà fatta valere tramite la dichiarazione dei redditi e l’importo della detrazione verrà ripartito in quote annuali.
Ricapitolando, la cessione del credito può essere effettuata per:
- Interventi di ristrutturazione edilizia
- Interventi rientranti nella riqualificazione energetica (Eco bonus)
- Interventi di recupero e restauro delle facciate di un palazzo
- Installazione di impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica
- Interventi relativi al Superbonus 110%
- Interventi di sicurezza legati alle misure antisismiche previste dal Sisma bonus
I soggetti terzi a cui è possibile cedere il credito sono
- Istituti di credito
- Intermediari finanziari
- Enti e società
- Condomini
- Fornitori
Una volta scelto dal contribuente il soggetto verso il quale cedere il credito d’imposta, si possono avviare i lavori inviando la comunicazione alla Agenzia delle Entrate.